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Comunicato 9 febbraio. Consiglio di Stato dà ragione a FGU-ANPRI e condanna SZN su rappresentanza R&T nel CdA

Da quanto esposto si evince che le previsioni statutarie e regolamentari gravate ledono il diritto di elettorato passivo dei ricercatori e tecnologi dell’Ente sia direttamente, sia indirettamente (lì dove incidono sull’elettorato attivo)”.

Con queste lapidarie parole il Consiglio di Stato, massimo organo della Giustizia Amministrativa, con la sentenza n. 904 dell’8 febbraio 2022, ha definitivamente respinto, “attesa l’infondatezza di tutti i motivi dedotti”, il ricorso presentato dalla Stazione Zoologica contro la precedente sentenza del TAR di Napoli n. 6262/2020 che, accogliendo il ricorso presentato dalla FGU-DR, dall’ANPRI e da alcuni Ricercatori della SZN, aveva stabilito che anche il nuovo Statuto e il nuovo Regolamento di Organizzazione e Funzionamento, modificati a seguito della precedente sentenza del TAR n. 7262/2018, avevano di fatto eluso la suddetta sentenza, continuando a non garantire l’effettiva rappresentanza dei R&T della SZN nel CdA del proprio Ente, in violazione della Carta Europea dei Ricercatori e del d.lgs. n. 218/2016.

A seguito di questa sentenza, la SZN dovrà modificare nuovamente lo Statuto e il Regolamento di Organizzazione e Funzionamento nel rispetto di quanto sentenziato dal TAR nel 2018 (si veda Comunicato stampa dell’ANPRI), assicurando cioè una rappresentanza elettiva dei R&T dell’Ente nel CdA, senza indebiti filtri o forme di “scoraggiamento”, nel pieno rispetto della Carta Europea dei Ricercatori e del d.lgs. 218/2016 ed evitando che la Comunità scientifica esterna possa avere un peso significativo nella scelta del rappresentante dei R&T, circostanza quest’ultima che si è invece puntualmente verificata due anni fa in occasione dell’elezione della collega Ianora.

In particolare, il Consiglio di Stato, nell’accogliere appieno le nostre tesi (illustrate già nel Comunicato del 28 ottobre 2019) e smentendo clamorosamente quanto ribadì pochi giorni dopo il Presidente, a nome dell’intero CdA, in “difesa” del proprio operato (si veda a tal riguardo anche le nostre controdeduzioni riportate nel Comunicato del 19 novembre 2019), ha sottolineato l’evidente elusione, da parte della SZN, di quanto sentenziato dal TAR nel 2018 in quanto la lettura combinata di alcune norme statutarie e regolamentari evidenzia quanto esse condizionino e scoraggino la presentazione di candidature interne per il CdA da parte dei R&T della SZN.

La rilevanza di tali condizionamenti – si legge nella sentenza – si ricava dalla lettura dell’art. 9, comma 6, del regolamento di organizzazione, il cui ultimo periodo stabilisce che, ove manchino candidati interni, possano essere eletti membri esterni: per questa via, dunque, riemerge quella negazione della rappresentanza effettiva dei ricercatori e dei tecnologi dell’Ente all’interno del Consiglio di Amministrazione dello stesso, di cui la sentenza passata in giudicato ha definitivamente accertato l’illegittimità”.

Inoltre, il Consiglio di Stato sottolinea che la composizione del Comitato di selezione, organo nominato dal CdA e composto per intero da membri esterni alla SZN, “potrebbe «favorire» un esito negativo della selezione delle candidature interne, tale da portare, ai sensi dell’art. 9, comma 6, del regolamento di organizzazione, all’apertura a candidature esterne”, senza che nel Regolamento ci siano “garanzie idonee a scongiurare il rischio che il Comitato de quo, in quanto emanazione del Consiglio in carica, si presti all’eliminazione di candidature interne da questo ritenute «scomode».”.

Il Consiglio di Stato ha anche definito “palesemente inammissibile” la doglianza della SZN relativa alla persistente vigenza dell’art. 11 del d.lgs. 213/2009, in quanto tale norma è stata sostituita dal successivo d.lgs. 218/2016. Per di più, la suddetta doglianza è “palesemente infondata” in quanto è relativa alla selezione di componenti del CdA di designazione governativa e non alla selezione del rappresentante dei R&T nel CdA.

Giudicata, inoltre, una “mera illazione” della SZN la circostanza che i R&T della SZN voterebbero due volte, una in quanto membri interni, l’altra in quanto componenti della Comunità scientifica di riferimento.

Infine, il Consiglio di Stato, nel ribadire che alcune norme statutarie hanno un “indubbio effetto di scoraggiamento delle candidature interne” alla rappresentanza nel CdA, ha affermato che uno specifico dovere di astensione da parte del rappresentante dei R&T, nei casi di conflitti di interessi, non ha quella “portata paralizzante dell’attività del Consiglio di Amministrazione prefigurata” dalla SZN. Anzi, è evidente “la sproporzione del rimedio approntato dall’Ente ai possibili conflitti di interessi e il suo tradursi, all’atto pratico, in una misura avversa alle candidature degli «interni».”.

Il Consiglio di Stato ha quindi condannato “la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” a rifondere alle associazioni e ai ricercatori appellati, in solido tra la loro […] le spese del presente giudizio di appello, che liquida in via forfettaria in € 4.000,00 (quattromila/00), oltre spese generali e accessori di legge”.

Appare degno di rilievo il fatto che ad ogni ricorso la SZN abbia cambiato l’avvocato che la rappresentasse, come se 4 anni di ricorsi persi (e di spese legali da rifondere alla FGU, all’ANPRI e ai ricercatori ricorrenti) fossero dovuti ai propri avvocati e non alla pervicace insistenza dei vertici della SZN nel tentare di far apparire rispettose della normativa vigente quelle che invece sono palesi violazioni dei diritti dei suoi R&T così come sanciti dalla Carta Europea dei Ricercatori e dal d.lgs. 218/2016.

Dispiace infine prendere atto che solo la FGU-ANPRI abbia intrapreso (e vinto) questa battaglia per il riconoscimento dei diritti dei R&T della SZN e che altri sindacati, che pure si vantano di difendere i diritti del personale tutto, R&T compresi, siano rimasti del tutto inerti.

 

FGU–DR-ANPRI

Stazione Zoologica “Anton Dohrn”

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One Thought to “Comunicato 9 febbraio. Consiglio di Stato dà ragione a FGU-ANPRI e condanna SZN su rappresentanza R&T nel CdA”

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